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LA VOSTRA ATTREZZATURA PUZZA?

Quante volte vi è capitato di dire “mamma mia quanto puzzano sti guantoni!”, oppure, se siete alle prime armi vi sarete sicuramente posti la domanda di come lavare la vostra amata attrezzatura dopo un intensa sessione di allenamento.

Ecco il perché questa rubrica; come promesso quest’anno vi daremo il massimo supporto su tutti quegli argomenti che noi spesso diamo per scontanti, praticando da tanti anni questi sport ma per molti non lo sono. Forse uno dei problemi più grossi e più frequenti è proprio questo quindi, eccoci qui con un vademecum e qualche dritta…..

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Prima di tutto è bene chiarire che il cattivo odore dei nostri amati guantoni o para-tibie è dato principalmente dalla proliferazione batterica; augurandoci che non abbiate litigato con la saponetta e che quindi siano loro il problema e non voi!

A parte gli scherzi, i batteri sono la principale causa del cattivo odore della nostra attrezzatura, quindi il nemico da abbattere e per abbatterlo dobbiamo conoscerlo, altrimenti ci troviamo a menare colpi alla cieca e se fate SDC sapete bene quanto sia deleterio.

I batteri di cui parliamo derivano, per la stragrande maggioranza, direttamente dal nostro corpo che, sudando, trasferisce una porzione di questi alla nostra attrezzatura.

In una situazione normale questo non sarebbe un grosso problema perché asciugandosi questi andrebbero a morire rapidamente, ma la fregatura sta proprio qui.

Come ben sapete tutte le protezioni per sport da combattimento sono strutturate per assorbire gli urti quindi formate da una serie di strati. In genere schiume poliuretaniche, per quel che riguarda i para-tibie e i colpitori, e tessuti generalmente sintetici per quel che riguarda i guantoni, che ne compongono l’imbottitura.

Il tutto è racchiuso in un involucro che da un lato sarà in tessuto, quello a contatto con il nostro corpo, dall'altro, se non abbiamo badato a spese, sarà in pelle, altrimenti in nylon o simil pelle nelle versioni più economiche..

Insomma si tratta ne più e ne meno di spugne, altamente tecniche, certamente, ma quello che fa una spugna è assorbire e quindi oltre agli urti, assorbirà anche il nostro sudore con la relativa porzione di batteri e tutto ciò che ne consegue.

Ora mi starete dicendo, ok Paolo bellissimo discorso ma ancora i miei guantoni puzzano, ora so che è colpa dei batteri, come risolviamo?

Beh qui ci sono diverse teorie e scuole di pensiero ma voglio chiarire fin da subito che sarebbe buona prassi cambiare i guantoni almeno ogni due anni per chi pratica in maniera amatoriale e tutti gli anni per gli agonisti o chi pratica quotidianamente.

“davvero?” vi starete chiedendo? Si veramente! questo perché in primis gli agonisti si allenano tutti i giorni e spesso anche in più di una sessione al giorno quindi non abbiamo realmente modo di combattere efficacemente questo problema. Secondo perché, nel caso dei guantoni, l’oncia (l’imbottitura di varie dimensioni e peso contenuta nel guantone) si assottiglia o si sposta rendendo i nostri compagni di tante mazzate inutili nella protezione delle nostre mani e inutili soprattutto per la sicurezza dei nostri compagni di allenamento.

“Ma quindi li lavo in lavatrice?” Ecco, qui ci sono molto pareri contrastanti. Non è severamente vietato ma sicuramente è un processo che tende ad esaurire più rapidamente la vita della nostra attrezzatura, a mio parere, il problema più grosso è lo spostamento e l’indurimento dell’oncia del guantone derivato dal processo di lavaggio, ma se proprio non resistete, un ciclo veloce in acqua fredda almeno una volta nella vita della vostra attrezzatura lo si può anche fare dai….

Chiariti questi punti parliamo finalmente di cura quotidiana e di accorgimenti …..

REGOLE FONDAMENTALI:

Prima regola fondamentale: Asciugate sempre la vostra attrezzatura al termine di ogni

sessione di allenamento prima di riporla in borsa: meno sarà umida meno ci sarà proliferazione batterica.

Seconda regola fondamentale: Non lasciate mai l’attrezzatura all’interno della borsa più del necessario. Siete tornati a casa? Bene, svuotate la borsa e tirate fuori tutta la vostra attrezzatura, più tempo permarrà al chiuso, più tempo daremo a quei maledetti batteri di moltiplicarsi, e vi garantisco che lo fanno in modo esponenziale.

Terza regola fondamentale: Fategli prendere aria finché non si asciugano. Ponete il tutto in un luogo ventilato, possibilmente, non direttamente sotto il sole o su un calorifero perché, se pur funzionale, a lungo termine si rovinerebbe la pelle di cui sono costituiti, che sia originale o sintetica. Gli agonisti, che hanno meno temo di stop tra un allenamento e l’altro, possono usare un phon, purché utilizzino aria fredda, sempre per il discorso sopracitato.

Ecco, queste sono le tre regole base. Il minimo sindacale da fare ad ogni allenamento, se poi siete tra quelli schizzinosi che non vogliono lasciare nulla al caso, ora vediamo alcuni accorgimenti e alcune varianti.

VARIANTI DELLE REGOLE BASE:

Prima variante, quella più semplice e un po’ vintage: Al termine dell’allenamento inserite dei

fogli di carta di giornale all'interno della vostra attrezzatura, questi assorbiranno l’umidità e vi risparmieranno un po’ di lavoro arrivati a casa.

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Variante numero due, quella più tecnologica, non gratuita ma comunque low budget: I sacchettini “smell well” che non sono altro che dei piccoli sacchetti profumati con oli essenziali contenenti del gel di silice che serve appositamente per assorbire l’umidità. Sono facilmente rigenerabili con un forno a microonde e hanno un costo contenuto, circa dieci euro la coppia. Esistono anche altri prodotti simili, se navigate un po’ in rete troverete anche altre proposte ma questi sicuramente sono i più economici.

Una versione casalinga la potrete fare anche voi se siete per “l’hand made”: riempiendo una coppia di calzini con dei trucioli di legno, magari del cedro, che è abbastanza aromatico, l’effetto è identico e il profumo che rimarrà sarà sicuramente gradevole.

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Variante numero tre: Il magico bicarbonato si sodio, quello ad uso alimentare. Come molti di voi

sapranno la polvere di bicarbonato che abbiamo in casa un po’ tutti è un ottimo disinfettante naturale e aiuta ad assorbire i cattivi odori.

Passata la fase tre delle regole fondamentali cospargete l’interno della vostra attrezzatura con un cucchiaino di bicarbonato e cercate di shakerare un po’ l’attrezzatura così che cosparga tutte le superfici. Lasciatelo agire almeno per un oretta, poi sbattete per bene così da eliminare l’eccesso e, se necessario (soprattutto nei guantoni), aspirate l’eccesso non fuoriuscito.

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Variante numero quattro: Può essere utilizzata direttamente dopo la terza regola fondamentale oppure, inserita al termine della varianti e la definirei una fase di profumazione.

Per questo utilizzeremo degli oli essenziali. Gli olii dovutamente diluiti e nebulizzati come uno spray sulla nostra attrezzatura oltre a renderla profumata avranno anche un effetto leggermente battericida. A tal proposito vi consigliamo di utilizzare i seguenti per le caratteristiche proprietà antibatteriche e antimicotiche.

  • Tea tree oil (https://amzn.to/2KDdHBY)

  • Olio essenziale di eucalipto (https://amzn.to/2DZXeHl)

  • Olio essenziale di timo (https://amzn.to/2DOiAH5)

  • Olio essenziale di menta piperita (https://amzn.to/2AtGNPB)

Questi oli, diluiti in ragione di 10/15 gocce in circa 250ml di acqua distillata (quella utilizzata per il ferro da stiro per intenderci), usati senza eccedere (un paio di spruzzate al massimo) allungheranno la vita della nostra attrezzatura.


Variante numero cinque: detta anche del piccolo chimico.


Questa variante prevede l’utilizzo di un agente chimico, nel nostro caso l’etanolo o alcool etilico, opportunamente diluito così da non essere eccessivamente aggressivo sulla pelle della nostra attrezzatura.

In questo caso potremo utilizzare sia l’alcool denaturato che possiamo trovare al super (più economico) e che viene venduto generalmente con una percentuale tra il 90 e il 96%. Sia l’alcool buon gusto (più costoso) quello generalmente utilizzato per la preparazione di alimenti, venduto con una percentuale in genere del 95%, entrambi facilmente reperibili al supermercato.

Non mi soffermo a spiegarvi la questione delle percentuali e perché non si trova al 100% quello che importa è che a noi servirà diluirlo fino ad ottenere una soluzione tra il 60 e il 70% massimo, sempre in acqua distillata come per gli oli essenziali utilizzati in precedenza, in modo da mantenere una buona azione antibatterica ma non essere troppo aggressivo sulla pelle e sui tessuti che costituiscono la nostra attrezzatura

Per quelli che non hanno dimestichezza con la stechiometria e solo all’idea del diluire hanno avuto un brivido cercherò di rendervela il più semplice possibile, prendete sette parti di alcool e aggiungeteci tre parti di acqua e a grandi linee avremo ottenuto il nostro scopo.

Probabilmente la domanda successiva sarà “ ma Paolo cosa cavolo è una parte?”, beh la risposta è più semplice di quel che pensiate, usate quello che avete in casa e che vi risulta più comodo in base alla quantità che volete ottenere, possono essere sette ditali di alcool e tre di acqua, possono essere tazzine o bicchieri, quello che vi pare purché rispettiate le proporzioni.

Per concludere una piccola chicca per quelli di voi che non hanno badato a spese e hanno utilizzato l’alcool buon gusto, questo può essere ulteriormente aromatizzato con gli oli essenziali precedentemente citati così da ottenere anche una profumazione piacevole.



Eccoci questo è tutto, o almeno quello che io conosco.

Naturalmente vi invitiamo sempre a commentare, aggiungere le vostre esperienze personali e darci un feedback così da poter implementare gli articoli e “rimanere sempre sul pezzo” per così dire.

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